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La stampante 3D è buona o cattiva?

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In più articoli passati ci siamo occupati dell’uso della stampante 3D per scopi sociali e/o umanistici: dall’emergenza Covid (con la creazione di mascherine e dispositivi per la respirazione in terapia intensiva) alla sopravvivenza delle aree colpite dalla guerra in Ucraina (mediante supplementi e scorte realizzati in 3d). Ora l’Europol ha lanciato l’allarme del rischio armi in 3D. E c’è chi punta il dito contro questi dispositivi in grado di duplicare ogni cosa. Cosa succederebbe se finissero nelle mani sbagliate?

Armi prodotte con stampante 3D: dubbi sull’allarme Europol

La polemica emerge con forza dopo l’allarme lanciato dall’Europol in occasione della conferenza internazionale sulle armi da fuoco tenutasi gli scorsi 24 e 25 maggio all’Aia. Erano presenti 120 persone in rappresentanza di 20 Paesi, in gran parte esperti di balistica, forze dell’ordine e scienziati forensi.

In apertura del suo discorso, il capo della polizia Gerda van Leeuwen della polizia nazionale olandese, ha detto che “è necessaria la connessione e la cooperazione tra le forze dell’ordine per identificare e monitorare gli sviluppi delle armi da fuoco stampate in 3D”. A dimostrazione di questo rischio sono stati portati ad esempio alcuni casi di cronaca.

Il primo, in ordine cronologico, quello tedesco del 2019. Alcuni ricorderanno che a Halle, in Germania, due persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco. Quest’ultima era stata fatta in casa, seguendo un progetto scaricato da Internet. Due anni dopo, nell’aprile 2021, la polizia spagnola ha scoperto un’officina illegale nelle Isole Canarie che produceva armi stampate in 3D. Nel corso delle indagini sono finite sotto sequestro due stampanti 3D, oltre a parti di armi, una copia di un fucile d’assalto e alcuni manuali storici di estrema destra sulla teoria della supremazia bianca. Nello stesso periodo, due uomini e una donna sono stati arrestati a Keighley, nel Regno Unito, nel corso di un’indagine sul terrorismo. Le perquisizioni hanno scovato componenti di armi stampate in 3D.

Le stampanti 3D come internet: un mezzo rivoluzionario

Inutile accanirsi tout a court contro le stampanti 3d. Anzi peggio: controproducente. Questi dispositivi hanno dimostrato in tante occasioni di essere potenzialmente rivoluzionarie.

La polemica ricorda molto l’annosa disputa su internet. La rete viene a più riprese accusata di essere il mezzo attraverso cui si diffondono truffe o catene pericolose o che i male intenzionati utilizzano per selezionare e contattare le future vittime.

In entrambi i casi in questo modo superficiale si condanna lo strumento rivoluzionario invece di discriminare l’uso, a volte errato e distorto, che se ne fa. Ma è un rischio che non possiamo non correre in nome dell’innovazione. L’alternativa sarebbe rinunciare ad ogni progresso tecnologico in un circolo paradossale. Bisogna condannare l’abuso di certi mezzi non l’uso. E comunque, se anche volessimo pesare i pro e i contro di certe invenzioni, i vantaggi superano di gran lunga questi marginali utilizzi degenerati.

Bene invece porre l’accento sui controlli, per la sicurezza di tutti.

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