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Il futuro della stampa 3D: non andrà dimenticata dopo l’emergenza Coronavirus

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Ora che abbiamo “imparato” a stampare in 3D e che, soprattutto, abbiamo raggiunto una maggiore consapevolezza sui vantaggi che questa tecnica può fornire anche in ambito sanitario, che cosa succederà dopo? Quali sono i prossimi scenari e sviluppi della stampa 3D quando l’emergenza coronavirus sarà passata?

Il ruolo della stampa 3D nell’emergenza Coronavirus

Il ruolo della stampa 3D in ambito medico e sanitario non è una novità assoluta. Prima dell’emergenza coronavirus abbiamo parlato dell’uso di questa tecnologia per la produzione di organi, immagini diagnostiche etc. Il chirurgo, con il prototipo 3D, dispone di un piano realistico di quello che gli apparirà davanti nel momento in cui aprirà il paziente. Questo serve a rendere gli interventi chirurgici più sicuri e precisi. Ma ad oggi, in campo medico, probabilmente il risultato più alto raggiunto dalla stampa 3D è la riproduzione di parti realizzate con materiale organico e perfettamente funzionali.

Stampa 3D: diventerà più facile ed economico dopo l’emergenza coronavirus?

Sembrerebbe che due sono le remore che, tendenzialmente, spaventano chi si approccia per la prima volta alla stampa 3D da neofita: i costi e la difficoltà. Dopo quello che sulla stampa tridimensionale abbiamo imparato in questo periodo di emergenza sanitaria (scoprendone le potenzialità) le cose potrebbero cambiare. Oggi sappiamo che la stampa 3D può salvarci la vita. E abbiamo anche visto che tutti possono stampare oggetti in 3d. Allora perché tornare indietro?

Le stampanti 3D rientrano tra i beni strumentali oggetto di incentivi

Le aziende che investono nella stampa 3D possono accedere ad incentivi specifici. Alcuni bandi sono aggiornati di continuo e hanno una scadenza breve quindi meglio essere informati sull’argomento: “stay tuned!”. Altri sussidi hanno carattere strutturale. E’ il caso del credito di imposta che il Mise riconosce per gli investimenti in beni strumentali, tra cui anche stampanti 3D. Sono agevolabili tutti gli investimenti atti a trasformare tecnologicamente e digitalmente i processi produttivi.

Gli importi riconosciuti ammontano a:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro.

Come si calcola il credito di imposta: compensazione e cumulabilità

Il credito d’imposta viene riconosciuto in compensazione e suddiviso in cinque quote annuali di pari importo, con primo accredito nell’anno seguente a quello dell’avvenuta interconnessione o di entrata in funzione dei altri beni.

Altra buona notizia è che il credito di imposta in analisi si può cumulare con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto gli stessi tipi di spesa purché nei limiti massimi del costo effettivamente sostenuto. In altre parole l’acquisto o il noleggio di una stampante 3D, oltre al credito di imposta considerato, potrebbe dar diritto contestualmente ad altri bonus e agevolazioni.

Il credito si applica a tutti gli investimenti effettuati nel 2020: dunque usciti dalla pandemia avrete tempo di considerare quanto è stato importante il ruolo della stampa 3D. La scadenza è spostata al 30 giugno 2021 qualora il relativo ordine risulti accettato dal venditore entro il 2020 e siano stati corrisposti acconti in misura non inferiore al 20% del costo di acquisizione.

Per fare domanda per fruire dell’agevolazione, le imprese interessate sono tenute ad inviare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. La specifica di modelli, contenuti e modalità di presentazione della comunicazione sarà derogata ad apposito decreto. La comunicazione ha lo scopo di mettere a disposizione le informazioni propedeutiche per poter valutare l’andamento, la distribuzione e l’efficacia degli interventi agevolativi.

Nel futuro che ruolo avrà la stampa 3D: e se il futuro fosse presente?

Concludendo, non solo in ambito sanitario: la stampa 3D diventa un tassello cruciale dell’aggiornamento dell’Industria 4.0. Per le imprese ciò significa la possibilità di stampare prototipi in tempi brevi producendo anche componenti in serie ridotte in base alla propria necessità del momento. In tal modo la stampa 3D velocizza i tempi di produzione e riduce anche i costi.

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