Nella nostra guida dedicata a conoscere l’ABC della stampa 3D abbiamo visto che cos’è lo slicer. In commercio ne esistono diversi tipi. In questo articolo cercheremo dunque di capire meglio come e quale scegliere.
Cos’è lo slicer e a cosa serve nella stampa additiva
Partiamo dalla definizione letterale. Si chiama “Slicer” perché permette di “affettare” un modello tridimensionale. Questo processo è propedeutico per dare le istruzioni di stampa alla macchina.
Lo slicer permette anche di apportare alcune modifiche prima di avviare la stampa. Quali e quante dipende dalla tecnologia impiegata. Facciamo un esempio: nella stampa a filamento, o FDM, è possibile modulare la temperatura del piano di stampa e dell’hotend, regolare lo spessore di ogni livello e personalizzare la velocità dei motori. La stampa a resina, invece, basata su principi del tutto diversi, ci dà modo di scegliere l’altezza dei livelli, di regolare il tempo di esposizione di ogni livello ai raggi UV per la polimerizzazione e la velocità di escursione sull’asse Z.
Abbiamo fatto esempi di tecnologie diverse e non è un caso: in base al tipo di tecnica si utilizza uno slicer specifico apposito. Nel paragrafo successivo passeremo in rassegna gli slicer più venduti.
3 slicer gratuiti entry level
In questo paragrafo ci rivolgiamo a chi usa tecnologia di stampa FDM. Per i neofiti con stampanti 3D entry level molto spesso viene consigliato lo slicer Cura. Molto spesso sono gli stessi produttori o rivenditori di stampanti 3d ad indirizzare verso questo prodotto. Il software, gestito e aggiornato da Ultimaker, è completamente gratis. La community è molto attiva nell’assistenza reciproca quindi si trovano file di configurazione di moltissimi modelli anche in via non ufficiale.
Un’alternativa altrettanto valida e gettonata è PrusaSlicer, derivato direttamente dall’ottimo Slic3r, progetto storico open ideato dalla comunità RepRap. Questo prodotto sta acquistando sempre maggiore popolarità tra gli utenti entry level. Pur essendo leggero garantisce prestazioni di stampa notevoli. Inoltre il programma è in continua e costante evoluzione grazie alla cura quasi maniacale del brand. Diciamo che per chi è proprio agli inizi il primo è più intuitivo e user friendly. Però lo slicer prodotto da Prusa ha tantissime funzionalità. Due su tutte lo stiramento dei top layer e il riempimento giroide. Inoltre dispone di supporti generati in automatico e riproducibili a penna sul modello. Le configurazioni di partenza a disposizione sono una buona base. Aggiustando alcuni parametri è possibile ottenere quella indicata per moltissimi modelli dello stesso tipo.
Come terza soluzione indichiamo IdeaMaker, lo slicer ufficiale di Raise3D. Ora, chi sta nel settore conosce questo brand che si occupa di stampanti 3d professionali. Questo slicer, seguito da una nutrita community, ha un’interfaccia interessante frutto della combinazione dei migliori supporti in circolazione.
Tra chi usa la tecnologia SLA e DLP gli slicer più popolari sono Chitubox e Lychee Slicer.
E voi quale stampante 3D avete e con quale slicer avete iniziato? Quale usate oggi e con quale vi trovate meglio? Diteci la vostra.