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A che cosa servono i supporti nella stampa 3D

Tempo di lettura: 3 minuti

Il passaggio dal prototipo o modello alla stampa 3D dell’oggetto è sempre facile e intuitivo? I CAD permettono di dare forma a disegni e idee e di toccarli con mano in tre dimensioni. Tuttavia esistono degli aspetti tecnici da considerare per un risultato di stampa 3D professionale. A tal proposito vi invitiamo anche a leggere l’ebook sull’argomento Stampa 3D: suggerimenti pratici per passare dalla progettazione CAD all’oggetto stampato, che si può scaricare gratuitamente accedendo a questo link.

Cerchiamo di semplificare il concetto alla base del libro e di questa riflessione anche per i neofiti della stampa 3D.

Stampa additiva: come aggiungere materiale negli spazi vuoti

Tecnicamente quando parliamo di stampa 3D ci riferiamo alla stampa additiva. Come abbiamo spiegato più volte, infatti, all’oggetto tridimensionale si giunge aggiungendo materiale. Strato dopo strato. Questo passaggio va fatto con estrema attenzione al dettaglio. Molti immaginano idealmente una stampante 3D come una macchina capace di “stampare nel vuoto”. Ma non è così. Questi spazi vanno riempiti eventualmente con materiale di supporto. Va detto che la grande maggioranza degli slicer effettua questo passaggio in modo automatico, tuttavia è possibile impostare dei parametri più specifici per selezionare il numero delle strutture di supporto e la direzione. Le stampanti a singolo ugello creano una serie di colonne sottili, che vanno staccate e possono avere come effetto superfici non omogenee. Meno saranno le sporgenze grandi dell’oggetto che si stampa in 3D e meno strutture di supporto serviranno. Se la sporgenza anche se grande (di solito i problemi nascono per quelle superiori a 45 gradi circa perché quelle più piccole sono più gestibili) non si può evitare, si può tentare di girare l’orientamento della stampa.

Ti servono i supporti?

In altre parole, grazie a questo automatismo, lo slicer, crea automaticamente i supporti per tutte le parti che vengono lette come “stampate nel vuoto”. Sostanzialmente l’utente deve solo indicare se servano o meno i supporti, in base alla forma dell’oggetto. La scelta più facile è quella di lasciare i supporti di stampa 3D sempre attivi. La stampante 3D provvederà comunque ad attivarli solo se effettivamente servono. Per un risultato professionale, però, i supporti andrebbero regolati. La macchina, infatti, non è in grado di funzionare al meglio senza input.

Cominciamo con il suggerire un semplice trucco per la stampa 3D che può facilitare la vita. Supponiamo di dover stampare una serie di numeri. Ognuno di essi, con le relative sporgenze e rientranze, necessiterebbe di apposito supporto. Basta però adagiarli e questa esigenza scompare. In effetti a volte è sufficiente cambiare l’orientamento di stampa.

Anche la distanza tra supporto e modello è importante. Interspaziare con almeno uno o due layer di distanza è una buona abitudine per staccare il supporto agevolmente senza rovinare il modello. Fatta questa operazione probabilmente servirà comunque un’azione di levigatura, che sia a mano con carta abrasiva oppure con levigatori e simili.

Come impostare lo slicer per regolare i supporti di stampa 3D

Ecco le principali impostazioni dello slicer che servono per regolare i supporti:

  1. Trama: un infill fitto garantisce maggior sostegno, ma tende anche a rovinare di più la superficie del modello a cui si collega;
  2. Percentuale di Infill: scendere sotto il 20-25% rischia di creare dei buchi e non offrire sostegno sufficiente alla sporgenza;
  3. Sporgenza: fino a circa 50 gradi di angolazione dal piatto, i supporti nella stampa 3D non servono perché il materiale plastico in genere si sostiene autonomamente. Inoltre diminuire l’altezza dei layers può essere un trucco strategico. Più si sale in altezza, più potrebbero formarsi dei filamenti all’estremità della sporgenza. Un layer più sottile è costituito da più strati che uno sull’altro formano l’ oggetto. Una salita brusca ha meno tenuta. Orientativamente un layer 0,2 mm può essere stampato anche senza supporti fino a 50°, con layer 0,1mm possiamo arrivare a 55° e con un sottilissimo 0,05mm anche azzardare 60°. Anzi se invece di filamenti non raffreddabili (ABS) si stampa in PLA usando una ventola Layer a massima velocità, si può avere un margine ulteriore di circa 5° di sporgenza aggiuntiva.

Come calcolare le dimensioni esatte nella stampa 3D

Sempre in merito alle dimensioni e allo spazio occupato dal materiale di stampa, c’è un altro aspetto da considerare per ottenere un risultato più preciso e professionale. Se si usa plastica riscaldata, questa tenderà a restringere la superficie occupata nel momento in cui si raffredda. Questo potrebbe comportare la necessità di aumentare le dimensioni di fori per assicurare una corrispondenza al mm.

Tutti questi sono consigli di base se vuoi stampare in 3D un oggetto grande o dal design non un uniforme.

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